Allena-Mente

mag242016

Sos timidezza

La timidezza è composta dal desiderio di piacere e dalla paura di non riuscirci.

Edme-Pierre Chauvot de Beauchêne

Vi è mai capitato di arrivare estremamente preparati ad un esame, ma di non riuscire a dare il meglio di voi a causa della timidezza? Vuoti di memoria, insicurezza sul dire o non dire quello a cui si sta pensando, paura che qualcuno possa sentirci dire qualcosa di sbagliato e così via, sono atteggiamenti facilmente riscontrabili. La timidezza è uno dei più comuni motivi per cui molti studenti rischiano di vivere come esperienza spiacevole il periodo dell'università. Questo perché, chi è timido, si ritrova a dover fare i conti con quello spazio che viene a crearsi tra se stesso e gli altri e che a può sembrare addirittura insormontabile. La timidezza è un tratto della personalità che porta la persona ad assumere atteggiamenti di ritrosia, evitamento e alle volte isolamento; questo perché è proprio così che ci si sente: come un'isola che non riesce ad unirsi al resto del continente. Questa percezione di sé, e del rapporto con l'esterno, può portare a dover affrontare situazioni poco piacevoli, soprattutto quando ci si ritrova, per esempio, soli, davanti a un professore, a dover dar spazio e valore alle conoscenze che abbiamo acquisito e agli sforzi fatti. Il risultato? Uno studio da 30 e lode e una performance da 18.

Si può fare qualcosa per trovare una via d'uscita a questa situazione? Certamente sì.
  • Il metodo. Verifica che il metodo che stai usando per studiare sia effettivamente quello giusto per te. Potrebbe essere che il modo scelto per memorizzare le informazioni non sia quello che più si adatta al metodo di apprendimento e, questo, potrebbe essere un motivo in più per non sentirsi pienamente sicuri di sé nel momento dell'esposizione.
  • Ascolto. Spesso la timidezza ci porta a pensare di non essere all'altezza della situazione o di non saper affrontare quello che ci verrà proposto e, di conseguenza, si rischia di non prestare la debita attenzione a quello che viene richiesto. Il risultato è che, a domanda effettuata, non siamo neanche tanto certi di cosa ci sia stato chiesto e diventa chiaro come, in uno stato di tale incertezza, risulti ancor più complicato trovare la sicurezza adatta per andare avanti.
  • Ascolto. Si, un'altra volta. Non dimentichiamoci che l'ascolto di se stessi è ancor più importante dell'ascolto di cosa accade all'esterno. Trovare il giusto spazio interiore per raccogliere le parole, le informazioni e le nozioni accuratamente immagazzinate dentro di noi è di fondamentale importanza per sentirsi sicuri e per capire esattamente dove vogliamo arrivare e come ci stiamo muovendo.
  • Aiuto. Chiedere aiuto ai compagni di corso può essere di estrema utilità perché laddove non arriviamo noi, arrivano gli altri e questo ci può essere di grande aiuto quando non ci si sente completamente preparati su un argomento, abbiamo bisogno di un feedback o, semplicemente, sentiamo la voglia di confrontarci con qualcuno in merito a preoccupazioni, paure o dubbi.

  • C'è poi un ultimo punto, che può essere classificato tra i "must have" per imparare a gestire la timidezza: immaginarsi vincenti. Visualizzarsi sciolti, disinibiti e completamente a proprio agio all'interno di una situazione può aiutare a indirizzare i nostri comportamenti verso qualcosa di nuovo e fino a quel momento inesplorato. D'altronde, come disse Van Gogh, "Che cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di correre dei rischi?".


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