Leggi e normative

lug162015

Aspiranti medici, spunta il test psicoattitudinale

tags: Medicina
«Conosco bene l'iter che ha portato alla creazione del test, perché è stato predisposto dalla Conferenza dei Presidi dei corsi di laurea in Medicina che io presiedo». Andrea Lenzi, presidente del Consiglio universitario nazionale, nonché presidente della V sezione del Css, parla del test psicoattitudinale pubblicato sul portale Universitaly (www.universitaly.it). Un test di autovalutazione psicoattitudinale accessibile previa registrazione: una sorta di prova di «auto-orientamento» che dovrebbe servire da bussola e aiutare gli studenti a capire se stanno scegliendo la strada giusta. «Il test è costruito - spiega Lenzi - dai formatori dei coordinatori di Medicina sulla scia del test che prima veniva utilizzato per valutare gli studenti in corso. E' stato dunque riadattato per dare il via ad una fase sperimentale di autovalutazione che aiuti i ragazzi a capire quale predisposizione si abbia alla eventuale professione. E' importante che i ragazzi sappiano che fare il medico è un lavoro impegnativo e che prevede una certa empatia e una costanza continua nello studio». E Lenzi, poi, parla di quell'esercito di studenti, che il ministro Giannini ha definito "una massa anomala". «Siamo molto preoccupati dalle cifre: 80mila aspiranti medici per 9500 posti non sono numeri da sottovalutare perché, per quanto i test possano selezionare bene, il rischio potenziale di perdere qualcuno che aveva le carte in regola, esiste. Bisognerebbe ridurre il numero dei candidati, potenziando prima di tutto l'orientamento nella scuole secondarie superiori. Siamo l'unico Paese al mondo dove il numero dei candidati in proporzione ai posti, invece di essere di 1 su 2 è di 1 su 8. C'è dunque qualcosa che non va. I ragazzi spesso scelgono la facoltà di medicina sulla base di aspirazioni ed enfasi del momento e non in base a delle reali attitudini e competenze». I posti disponibili quest'anno per gli aspiranti medici saranno 9.513: 470 in meno rispetto all'anno scorso. Un taglio del 4 per cento che ha subito sollevato le proteste degli studenti. La sforbiciata imposta dal Miur è il risultato di una mediazione fra il fabbisogno espresso da ordine e federazione dei Medici, preoccupati dall'imbuto che si è creato tra la laurea e le scuole di specializzazione, e le pressioni dei presidi delle Facoltà di Medicina per spuntare posti in più. «La cosa altrettanto vera - conclude Lenzi - è che va attuata una programmazione del numero dei posti a Medicina perché costa talmente tanto alla società, all'individuo e alla famiglia, arrivare a formare un medico che il laureato in medicina deve riuscire a poter poi fare il medico».

Rossella Gemma

(Fonte: Doctor33, 16 luglio 2015)


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