Dalle facoltà / sedi universitarie

dic212015

Bologna: l'Università intervista gli studenti

tags: Medicina

Che cosa ne pensano gli studenti del proprio corso di laurea? L'Università di Bologna ha deciso di intervistare alcuni neolaureati in Medicina e chirurgia per far spiegare direttamente a loro com'è strutturato il corso di studi, come giudicano l'esperienza universitaria al termine dei sei anni canonici e quali sono le aspettative e le difficoltà che li attendono prima d'intraprendere la specializzazione che vorrebbero, inserendo le risposte all'interno del sito. L'Università del capoluogo emiliano afferma che il corso di laurea in Medicina e chirurgia "forma laureati dotati della cultura, della metodologia e dell'autonomia professionale, decisionale e operativa, necessarie per svolgere l'attività di Medico-chirurgo nei vari ruoli e ambiti professionali, per accedere alle Scuole di specializzazione e per praticare in modo continuativo ed efficace la formazione permanente".
Gli studenti intervistati, i cui nomi sono di fantasia per motivi di privacy, raccontano innanzitutto in maniera abbastanza uniforme della difficoltà di accesso sia al corso di sei anni, sia poi alle specializzazioni. Allo stesso modo sono concordi nell'affermare la necessità di un "piano b" sia in caso di esito negativo del test d'accesso dopo gli studi superiori, sia nella scelta della specializzazione, nonostante la preparazione e la motivazione che ovviamente non sono secondarie per la riuscita positiva del risultato. Un altro ostacolo, sempre in riferimento ai test d'ammissione, è rappresentato dalle date con cui vengono programmati questi ultimi, che per esempio di solito consentono ai candidati di provare un esame per la specializzazione nell'area medica, uno per l'area chirurgica e uno per l'area dei servizi all'interno dello stesso Ateneo. L'altra opzione valutata dai futuri medici o specialisti è quella di tentare l'accesso in un'altra università, considerando quindi la possibilità di trasferimento, e affiancando, eventualmente un iniziale lavoro temporaneo in pronto soccorso o come guardia medica, per iniziare a fare pratica.
Quello che emerge in modo abbastanza uniforme dalle interviste è da un lato la speranza di arrivare al di là dello scoglio dei test d'ammissione (speranza accompagnata da incertezza), unita dall'altro lato alla passione per la medicina e quindi alla consapevolezza di dover accettare anche un eventuale esito negativo dell'esame o una diversa scuola di specializzazione, con l'intento magari di riprovare il test l'anno successivo.
Accanto a questi aspetti che potrebbero sembrare alquanto scoraggianti, ma che purtroppo per la laurea in Medicina e chirurgia non possono essere sottovalutati, gli studenti affermano che gli ostacoli non hanno mai fatto venire meno la volontà e la passione di arrivare a svolgere il lavoro dei loro sogni. Molto importante si è rivelato il gruppo, la "classe", che non è certo quella degli studi superiori, ma che aiuta nella preparazione degli esami e nell'affrontare insieme, anche psicologicamente, il lungo corso di laurea. Sempre a livello psicologico, emerge l'importanza di saper formare un carattere in grado di affrontare gli esami orali davanti al professore, di credere in se stessi, di avere fiducia nelle conoscenze e negli strumenti che la medicina può offrire, per costruirsi una visione il più possibile ottimistica, che potrà sicuramente aiutare in futuro nel rapporto con i pazienti e le diagnosi. Le esperienze di tirocinio vengono considerate importanti quanto la teoria, e c'è forte richiesta da parte degli studenti di frequentare al meglio i vari reparti, di essere affiancati da medici e specializzandi che siano in grado di motivare ed entusiasmare, come avviene per esempio negli Stati Uniti, dove la valutazione del medico "tutor" dipende dal lavoro che sa svolgere il tirocinante.
Per avere maggiori informazioni: http://www.medicina.unibo.it/it/interviste-laureati-cds/medicina-e-chirurgia

Elena Bottazzi


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