Attualità

lug182016

Numero chiuso, Consiglio di stato: con graduatoria unica 500 posti in meno a Medicina. Rischio ricorsi

tags: Medicina
Che succede se in un concorso alla fine il premio promesso non c'è nella sua interezza? La domanda sorge dopo aver appreso la notizia, ancora da circostanziare, secondo cui i posti a Medicina e Odontoiatria effettivi, dopo la chiusura della graduatoria del concorso 2015, sarebbero 500 in meno di quelli predisposti dal Ministero dell'Istruzione. Il pool di legali Consulcesi dà notizia di un decreto cautelare del 1° luglio scorso del Consiglio di Stato che sospende gli effetti del decreto 50 Miur (dell'8 febbraio scorso) che cristallizzava la graduatoria nazionale alla fine del primo semestre di studi e imponeva a chi ancora non era assegnato a un corso di studi di scegliere e non aspettare ulteriori scorrimenti verso l'alto, pena l'estromissione. Dopo il ricorso di alcuni candidati, i giudici amministrativi si riservano di verificare nella fase di merito l'entità dei posti rimasti vacanti e di riassegnarli ai ricorrenti sulla base delle rispettive posizioni in graduatoria.

Il meccanismo della graduatoria unica nazionale, vigente da tre anni, consente ai candidati ai corsi di laurea a numero programmato di indicare in ordine di preferenza più sedi universitarie dove si accetterebbe di studiare. Meglio ci si classifica più sono alte le probabilità di approdare nel luogo scelto e in tal caso è difficile che non ci si immatricoli subito. Chi finisce più in basso perché ha meno punti può trovarsi in due situazioni distinte: nella prima, tutti i suoi colleghi candidati classificati meglio di lui in graduatoria non solo sono stati assegnati agli atenei che lui preferiva ma si sono pure immatricolati, non c'è ragione per perder tempo, e il Ministero dell'Istruzione lo scrive come "assegnato" all'ateneo subito successivo nella sua lista. A questo punto, ha 4 giorni per immatricolarsi, se opta per il no decade e ripete il concorso. Però man mano che si scende in graduatoria aumentano i dubbi, le immatricolazioni sul filo di lana e le attese: qualcuno può rinunciare all'ateneo di seconda scelta. Se ci sono posti non assegnati, il Ministero segna come "prenotato" nell'ateneo di seconda scelta chi, più sotto in graduatoria, ha comunque conseguito il diritto a un posto in quell'ateneo. Il "prenotato" ha due strade: immatricolarsi ora nel corso dell'ateneo di riserva o aspettare gli aggiornamenti delle graduatorie, nella speranza che qualcuno più in alto rinunci al corso nell'università da lui preferita e gli liberi il posto. Il Ministero segnala gli scorrimenti ripubblicando periodicamente le graduatorie. Il nuovo sistema di assegnazione risulta più meritocratico delle graduatorie locali dove poteva ben succedere che in un'area geografica restassero fuori da medicina e dovessero ripetere il test candidati che in un'altra area avrebbero trovato subito da immatricolarsi. Con un solo elenco nazionale unico può però succedere che tra uno scorrimento e l'altro la graduatoria si chiuda un anno dopo. Ed è successo.

«Già l'anno scorso il Miur aveva emanato un decreto di chiusura perentoria della graduatoria al primo semestre», fanno sapere i legali di Consulcesi, pool di avvocati che monitora la questione. Ma con le chiusure lampo, di fatto i posti messi a concorso non sono quelli effettivi. «Per esempio, l'anno scorso il termine ultimo per immatricolarsi era il 10 febbraio 2016 e la chiusura della graduatoria il 15 febbraio. Il breve lasso di tempo intercorrente tra le due date ha fatto perdere a chi stava più sotto in graduatoria posti di chi pur essendo più in alto ha rinunciato ad immatricolarsi. Il Miur regola il concorso dunque può decidere la chiusura della stessa. Se le graduatorie fossero state chiuse più in là, i posti lasciati vacanti dai rinunciatari in sede di immatricolazione avrebbero potuto essere assegnati a chi utilmente occupa il posto in graduatoria mentre invece in questo modo sono stati persi».


(Fonte: Doctor33)

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