Attualità

apr122016

Lavoro, allarme Fems-Anaao: in Europa servono medici. L'Italia rischia di non trovarne

tags: Medicina
Le corsie degli ospedali del servizio pubblico si spopolano e dal confronto con il resto d'Europa arriva un monito a immettere nuovi camici bianchi, e a formarli con criteri più efficienti dell'attuale Ecm. Da Genova, dove Anaao organizza oggi il confronto internazionale sulle condizioni di lavoro dei medici nei sistemi sanitari Ue, il presidente della Federazione europea dei medici specialisti Enrico Reginato parla di "crisi demografica un po' generale" nel nostro continente, e di paesi che hanno introdotto correttivi senza intaccare i bilanci della formazione. «Nel 2020 mancherà il 13% dei medici nell'Unione Europea. Bisognerebbe ricominciare a formare, e in Europa invece molti sistemi sanitari prevedono di laureare un numero di medici basso. Ma mentre in Francia, Germania, Regno Unito si rimedia attingendo ai medici di altri paesi che vanno all'estero a far pratica, l'Italia è paese di emigrazione, e di alcuni specialisti ne avremo sempre meno, soprattutto di chirurghi, che devono andare all'estero a perfezionarsi perché la nostra Università non li aiuta».

Reginato auspica cambi di marcia nella determinazione degli specializzandi. «Il nostro è un lavoro a suo modo usurante, pagato come altri che richiedono meno sforzi come attesta il Green Paper on Health Workforce di qualche anno fa. Inoltre, è anche reso difficile da ostacoli vari. Ogni anno le scuole di specializzazione italiane ospitano solo il 50-60% dei 10 mila laureati. Il 70% della popolazione medica del Ssn è nato negli anni '50 e '60, molti andranno in pensione entro pochi anni e ci ritroveremo in un Paese dove non c'è ricambio perché dal 1992 si accettano negli ospedali pubblici solo medici con almeno 4 anni di specializzazione post-laurea. Non che la qualità delle cure abbia subito avanzamenti o arretramenti, in questi anni, ma di fatto questi medici sono stati "parcheggiati" per arginare la pletora, con conseguenze su quantità e qualità del turnover». Oltre Anaao e Fems, il convegno genovese vede partecipare Unione europea medici specialisti-Uems, Aemh (medici ospedalieri europei senior), radiologi Snr e rappresentanti di Olanda, Slovenia, Spagna, oltre che esperienze da Germania, Francia, Inghilterra. «Sono tutti paesi da cui possiamo imparare alcune lezioni per ripeterle al Ministero della Salute e al Governo - dice Reginato - specie su come si rende autonomo lo studente al più presto. E sulla formazione sul campo: se un nostro medico si forma due anni alla Mayo Clinic non prende un credito ma se un docente della Mayo Clinic viene a fare una relazione in un corso in Italia - uno frontale di quelli che si sa da 30 anni che insegnano poco - chi lo ascolta per due orette prende un po' di crediti Ecm. Occorre dare un peso superiore allo sviluppo continuo, e a Genova ascoltiamo come altri stati l'abbiano fatto, giovandosene».


Mauro Miserendino


(Fonte: Doctor33)

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