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apr162015

Occupazione laureati: l'Università di Milano-Bicocca ha un tasso più alto della media nazionale

Una laurea in tasca e qualche piccola certezza. Chi parte alla scoperta di un percorso lavorativo dopo la laurea trova sicuramente un terreno non proprio fertile. Ma non sempre è così. Per esempio, l'Università di Milano-Bicocca ha appena reso noti i dati estratti dal XVII Rapporto AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati. Bene: il tasso di occupazione dei neolaureati triennali nel 2013 (intervistati nel 2014) dell'Università di Milano-Bicocca è pari all'81%, valore superiore alla media nazionale (del 66%). E a dodici mesi dalla conclusione degli studi, risulta occupato l'81% dei laureati magistrali, valore anch'esso superiore alla media (70%). L'indagine ha coinvolto, con un tasso di risposta dell'83%, 3.559 laureati triennali e 1.715 laureati magistrali biennali usciti dall'Università di Milano-Bicocca nel 2013 e intervistati dopo un anno. Dei 3.559 neolaureati triennali di Milano-Bicocca, circa il 49% continua gli studi con la laurea magistrale, contro una media nazionale del 54%: il 31% è iscritto a un corso di laurea magistrale, il 18 alterna studio e lavoro. A un anno dalla laurea, 35 laureati magistrali su cento hanno un contratto a tempo indeterminato o autonomo, un valore in linea con la media nazionale del 34%. Il guadagno è superiore alla media nazionale: 1.108 euro mensili netti, contro i 1.065 del complesso dei laureati magistrali. «I risultati dell'indagine occupazionale sui nostri laureati triennali e magistrali confermano che la formazione universitaria garantisce vantaggi nell'inserimento e nello sviluppo delle carriere" ha affermato il rettore dell'Università di Milano-Bicocca, Cristina Messa. «Tanto più che si tratta di neolaureati entrati nel mondo del lavoro da appena un anno, in un contesto, quello italiano, nel quale la valorizzazione professionale avviene mediamente sui cinque anni. Siamo impegnati, attraverso programmi specifici, a rafforzare sia la formazione delle capacità personali e caratteriali, sempre più richieste dalle imprese, sia le esperienze in azienda e sul campo». «Nonostante la crisi lavorativa la laurea continua a rappresentare una chiave d'accesso privilegiata che consente sia un più agevole ingresso nel mondo del lavoro sia un miglioramento della propria condizione professionale nell'arco della vita lavorativa" ha precisato Loredana Garlati, prorettore per l'Orientamento e il Job Placement dell'Università di Milano-Bicocca. "È anche per questo che è necessario invertire un trend negativo che vede l'Italia agli ultimi posti per numero di laureati: solo il 22% dei giovani tra 25-34 anni ha conseguito la laurea, contro il 37% della media europea. Investire in formazione è quindi fondamentale e i dati lo dimostrano: tra i nostri laureati, soprattutto delle triennali, negli ultimi anni, a dispetto della recessione economica, è aumentato il tasso di occupazione, a fronte di una seppur lieve ma significativa contrazione del tasso di disoccupazione».
Una curiosità: a livello generale, il Rapporto sulla condizione occupazionale dei laureati rivela che tra uno e cinque anni dal titolo si registra un miglioramento del tasso di occupazione per tutti i gruppi disciplinari indagati. Focalizzando l'attenzione sui soli laureati magistrali biennali emerge che l'occupazione è significativamente superiore alla media, a cinque anni dalla laurea, per i laureati delle professioni sanitarie(97%) e di ingegneria (95%); seguono i gruppi chimico-farmaceutico eeconomico-statistico (90%). Al di sotto della media si posizionano i laureatidei gruppi insegnamento (80%), geo-biologico (79%), giuridico (77%) eletterario (75%).

(S.R.)


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