Attualità

mar82017

Donne e ricerca, Scaccabarozzi: industria farmaceutica arcipelago felice

tags: Medicina
Nell'industria farmaceutica le donne rappresentano il 43% - a fronte del 25% dell'industria in generale - mentre nella ricerca farmaceutica superano il 50%, rispetto al 16,8% degli altri settori. A parlare di «un arcipelago felice», è il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, intervenendo al convegno organizzato proprio dall'Associazione delle imprese del farmaco sulla medicina di genere e dal titolo "Chi l'ha detto che donne e uomini sono uguali?". I dati evidenziano, poi, come nell'ambito dell'industria farmaceutica le donne siano quasi tutte laureate e diplomate (90%), spesso ricoprendo ruoli di massima responsabilità: basti pensare che 1 dirigente su 3 è donna. Da un'aspettativa più lunga in caso di maternità, allo smart working, ai servizi di lavanderia, calzoleria, take away.

E ancora borse di studio e stage per i figli, sconti per l'acquisto di libri scolastici, progetti di formazione su new media, asili aziendali. E l'industria farmaceutica, ha sottolineato Scaccabarozzi, «ha dimostrato di poter essere un volano anche per l'economia del Paese: negli ultimi anni si registra infatti un balzo in avanti a livello di occupazione, che ha raggiunto i 64.000 addetti, di produzione (30 miliardi), di export (72% del totale) e di investimenti in ricerca e sviluppo (+ 15% negli ultimi due anni)». Ma se l'impresa del farmaco rappresenta un'isola felice in quanto ad occupazione femminile, resta ancora molto da fare sulla ricerca per le donne e sulle donne. «La medicina di genere - ha chiarito la presidente della Commissione Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi - non è la medicina delle donne o la medicina degli uomini, è piuttosto la medicina che ha rispetto della differenza che c'è tra donne e uomini dal punto di vista fisico e psichico. Si tratta di un approccio di genere, un metodo clinico che deve essere sviluppato e innovato».

La presidente ha poi ricordato, ritenendolo come un fatto «importante e clamoroso» che nel disegno di legge sulla riorganizzazione della disciplina di nuove professioni sanitarie e riforma degli ordini licenziato dal Senato e ora in discussione alla Camera «nell'articolo che riguarda la ricerca viene inserito per la prima volta nel diritto italiano il concetto della medicina di genere». Ma è stato anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a ribadire come le nuove ricerche scientifiche raccontano la diversità tra uomo e donna. «Pensare che nel 2017 c'è ancora chi non ha compreso la nostra diversità biologica è singolare. Per questo bisogna battersi per il riconoscimento del diritto alla salute delle donne», ha aggiunto Lorenzin. «Fa riflettere - ha spiegato nel suo intervento conclusivo del dibattito organizzato da Farmindustria - che i farmaci non vengono testati sulle donne, mentre il dibattito scientifico è sulla medicina personalizzata: la prima personalizzazione è riconoscere che la donna è diversa. Non è un fattore politico, ma scientifico». Un tema «italiano che - ricorda - abbiamo portato al semestre europeo e ora porteremo al prossimo G7 dei ministri della Salute in programma a Milano a novembre».


(Fonte: Doctor33)

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