mar82017
Formazione Mg, Carelli (Euract): è tardi per ovviare a esodi
«È irrealistico proporre il raddoppio dei posti per futuri medici di famiglia al tirocinio biennale per sostituire i tanti colleghi che vanno in pensione. Delle due l'una, o si ammette che il servizio sanitario continui a pagare i tirocinanti poco, 700 euro come adesso, e implicitamente si avalla la solita disparità rispetto agli specializzandi, affermando che non siamo specialisti al pari loro; oppure si sostiene l'aumento dei corsisti più il contratto di specializzazione allora si ammette che il costo della medicina di famiglia per lo stato dovrà quadruplicare, e allora nelle istituzioni ci si troverà contro il solito muro».
Francesco Carelli, Executive del Council di EURACT, la società scientifica dei medici di famiglia teacher europei, è scettico rispetto alle proposte di aumentare il numero di tirocinanti in modo significativo, con soldi che si risparmierebbero dalla formazione di un minor numero di specialisti. «L'analisi parte da due assunti erronei. Primo, si pensa che l'Università "sforni" specialisti in modo slegato dal fabbisogno, ma tale assunto non è dimostrabile. Gli atenei fino a prova contraria programmano i posti in base ai bisogni del servizio sanitario. Piuttosto, nella medicina generale si sapeva ormai da anni che sarebbero venuti a mancare operatori, a migliaia, in questi anni, e non ci si è mossi.
Non è colpa dell'Università ma di chi ha rappresentato la professione nei sindacati e nelle società scientifiche. Ora è tardi per far intervenire un aggiustamento normativo, visto che in molte regioni abbiamo di fronte un arco temporale di 1-2 anni prima del "grande vuoto", e che c'è la fila presso gli ordini dei medici di iscritti che chiedono le proprie posizioni Enpam, anche per andar via anzitempo. E qui veniamo al secondo assunto erroneo: un qualsiasi intervento legislativo aumenterebbe i contratti per il futuro, nel migliore dei casi dal 2018, sicché avremmo i primi medici di famiglia nel 2021, e per il vuoto che si crea in questi quattro anni come risolviamo?» Per Carelli, la Medicina Generale avrebbe dovuto farsi sentire dieci anni fa. «La questione dell'età media elevata è nota, già nel 2002 dalle pagine di Corriere Medico qualcuno di noi parlava di specialità europea; ricordo che in Europa la medicina generale costa sia dal punto di vista della formazione - quanto qualsiasi altra specializzazione - sia dal punto di vista dei servizi sanitari, che pagano di più il medico convenzionato (il quale poi porta a casa un po' meno dello specialista per via della gestione della practice). Il problema andava posto allora». Un ultimo cenno alla proposta sul web di innalzare massimale ed ottimale consentendo ad ogni medico di avere più scelte per coprire i bisogni di chi resterà senza il curante a causa dell'esodo: «Anche qui si guarda poco più in là del naso - dice Carelli - con le attuali incombenze il medico non ce la fa a reggere 1500 scelte, a meno di non prefigurare una selezione tra studi che ce la fanno sulla " quantity" ed altri che non riescono: una selezione che premierebbe forse i più organizzati, ma taglierebbe ancora i molti giovani che rinuncerebbero ad iscriversi al corso di formazione specifico preferendo cimentarsi con la specialità».
(Fonte: Doctor33)