Attualità

feb202017

Sicilia, fuga dei medici verso l'estero

tags: Medicina
«La fuga dei nostri medici avviene soprattutto verso Germania, Francia e Inghilterra. In Francia i nostri medici siciliani ricoprono ruoli eccellenti, di grande responsabilità e questo significa che la nostra formazione non è seconda a nessuno». A parlare a DoctorNews33 è il presidente dell'Omceo di Palermo, Toti Amato, in merito alla sempre più massiccia fuga dei camici bianchi dal sud Italia verso il nord Europa. E i numeri, secondo Amato, sono addirittura sottostimati. «Molti colleghi, preferendo mantenere l'iscrizione all'Ordine di appartenenza, risultano ancora attivi nel nostro Paese quando invece si trovano altrove, tranne che per l'Inghilterra dove per via della Brexit funziona diversamente». Per il presidente siciliano, il vero problema è che i giovani medici «non trovano spazi opportuni né progressione di carriera, ma la cosa più grave è che per colpa degli accorpamenti per ridurre i costi, è come se ci fosse un livellamento delle posizioni che non facilita il raggiungimento delle posizioni apicali in Italia».

Ed è anche per contrastare questo fenomeno che, secondo Amato, si è reso necessario istituire la Fondazione che convoglia i singoli Ordini provinciali siciliani. «La Fondazione, essendo un organismo aperto alle Università, va proprio in questa direzione. Potremo favorire la ricerca con borse di studio opportune o partecipando ai bandi europei aprendo nuove opportunità di lavoro per i neo laureati», avverte Amato. Al di là delle polemiche, nate proprio attorno all'istituzione di questa Fondazione che secondo alcuni non farebbe che aumentare i costi, c'è tutto il discorso sulla formazione, fiore all'occhiello del progetto della fusione degli Ordini. «Chi critica questa iniziativa senza un'accusa precisa - continua Amato -fa un lavoro inutile. Se è una lotta alle intenzioni non ha alcun senso». Ma c'è un altro passaggio importante. «La maggior parte dei corsi Ecm sono finanziati dalle imprese del farmaco che, però, cominciano a chiudere i rubinetti. Se come Fondazione siamo in grado di accreditarci per favorire gratuitamente i corsi di formazione, credo sia un grande passo avanti sia in termini di libertà e indipendenza delle iniziative che in fatto di capillarità dei corsi». Ma la vera notizia, che Amato rivela in anteprima, è che si aggiungono pezzi alla già tanto criticata Fondazione. «L'altra grande novità, che a questo punto ritengo di poter divulgare, è che si sta immaginando di aprire le Fondazioni di Ordini anche ai comuni per potersi occupare delle fasce deboli che soprattutto al Sud sono corpose. Sono stato contattato dal sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, che in qualità di presidente dell'Anci Sicilia intende aderire alla Fondazione per immaginare insieme e mettere in atto aiuti e percorsi socio assistenziali».

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