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gen182017

Liste d'attesa, per ridurle vanno assunti i giovani medici. La proposta fa discutere

tags: Medicina
Assunzioni dei giovani medici per salvare il Ssn dall'invecchiamento. La proposta era stata avanzata qualche giorno fa, sulle pagine del Corriere della Sera, da Giuseppe Remuzzi, coordinatore delle Ricerche all'Istituto Mario Negri di Bergamo, che, parlando dei giovani medici e della necessità sempre maggiore di trattenerli nel nostro Paese senza mandarli a lavorare all'estero, aveva spiegato la sua ricetta per salvare il Sistema sanitario del Paese. Il concetto di partenza da cui muove il ragionamento di Remuzzi, è la crescente età media dei medici che rischia di creare dei buchi enormi di personale, se non si provvede, quanto prima, all'introduzione nel mercato del lavoro di nuove leve. E nel discorso di Remuzzi, venivano poi introdotti una serie di spunti per snellire le procedure che spesso, oggi, creano disagi e tempi biblici per gli esami. Uno su tutti, quello sulle liste d'attesa che, a suo dire, potrebbero ridursi anche dando la possibilità di fare visite in ospedale la sera e nei giorni festivi. Ma la proposta non mette tutti d'accordo.

«Ritengo che non sia questa la strada più giusta da seguire - spiega il coordinatore dell'Anaao giovani, Domenico Montemurro - anche e soprattutto in considerazione del fatto che tra i medici cresce a dismisura la percentuale di donne e, questa soluzione, mal si concilierebbe con, ad esempio, le dinamiche famigliari delle colleghe. Inoltre, non è affatto consigliato lavorare nelle ore serali (turni di guardia a parte), tanto più che per mansioni delicate come quelle della messa a punto di un esame diagnostico». Ma è anche sulle modalità del percorso che porta a questo "cambio generazionale", che Montemurro non si trova in pieno accordo con Remuzzi. «Si fa riferimento in quell'articolo, alla stabilizzazione solo dei più meritevoli. Credo invece che il ragionamento da fare per l'immissione in ruolo sia in funzione dei fabbisogni che permettono una valutazione oggettiva delle necessità di personale», aggiunge Montemurro.

Non si possono, insomma, selezionare le persone dopo la specialità perché il problema della formazione è durante e ancora più a monte degli accessi a medicina. «Bisogna che si valuti la programmazione sanitaria, che si cerchino sinergie con l'università in merito alla formazione specialistica e che si individui la mission di quella determinata azienda sanitaria, solo a quel punto si può stabilire un piano di assunzioni, che non ha nulla a che fare con l'abbattimento delle liste d'attesa». E sull'attività intramoenia, tirata in causa sempre da Remuzzi, il coordinatore Anaao giovani ritiene possa essere un valido incentivo anche per i giovani a realizzare a 360 gradi le loro competenze. «Chiaramente - precisa - essa non deve essere un surrogato per non premiare il professionista, anzi al contrario i due sistemi, pubblico e libero-professionale, si devono integrare e potenziare».


(Fonte: Doctor33)

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