Attualità

dic202016

Dal concetto di neurodiversità un'innovativa visione dell'autismo

tags: Medicina
Un volume di 500 pagine dedicato ai disturbi dello spettro autistico potrebbe far pensare a un trattato riservato alla consultazione di specialisti in neuropsichiatria. Non è il caso di "NeuroTribù. I talenti dell'autismo e il futuro della neurodiversità", appena uscito per le Edizioni Lswr, arricchito dalla prefazione originale di Oliver Sacks e da quella della versione italiana di Roberto Keller, uno dei più noti esperti nazionali in questo campo.

L'autore del libro è Steve Silberman, famoso giornalista statunitense che da molti anni si occupa di argomenti scientifici su riviste come "Wired" o "Nature". Si tratta di un testo fortemente innovativo (best seller e caso letterario negli Usa lo scorso anno), sia per lo stile avvincente tipico dell'inchiesta giornalistica, sia per la rivoluzionaria visione di un disturbo storicamente causa di angoscia e isolamento che, in questo libro, da malattia si tramuta in risorsa. Il testo ripercorre in modo rigoroso le ricerche pionieristiche di Leo Kener e Hans Asperger, ma si sofferma anche su rilevanti aspetti sociali: dalle terribili tesi eugenetiche della prima metà del secolo scorso fino alla graduale conquista del diritto di un'adeguata educazione per i propri figli da parte dei genitori, ritenuti erroneamente causa della loro condizione. All'autismo oggi si riconosce una gamma di fenotipi, accomunati da problemi nella comunicazione interpersonale ma diversificati sulla base del quoziente intellettivo.

L'autore si sofferma in particolare sui soggetti con sindrome di Asperger, tipicamente dotati di notevolissima intelligenza; a tale proposito si cita l'esempio di Henry Cavendish, che nel Settecento scoprì i segreti dell'elettricità, e i contemporanei "geek" della Silicon Valley, comunità di ragazzi dalla spiccata propensione a capire e risolvere problemi tecnologici dell'era digitale, perfettamente in sintonia tra loro come in una tribù ma incapaci di rapportarsi con le persone "normali".

Silberman analizza anche altri disturbi come la dislessia e la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, sempre basandosi su interviste approfondite e riportando testimonianze di clinici, pazienti e genitori. Da questo vasto affresco gradualmente emerge un concetto che cambia i consueti schemi mentali, quello della "neurodiversità", paragonabile per certi versi alla preziosa biodiversità degli ecosistemi. Le variazioni del neurogenoma umano - è il messaggio di Silberman - possono portare con sé difficoltà a volte gravi ma anche grandi talenti che rappresentano una straordinaria ricchezza. In questo modo si cancella lo stereotipo di "patologia" per l'autismo e si comprende che l'accoglienza di queste persone è la migliore cura per tutti.

(Fonte: Doctor33)

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