Attualità

nov152016

Medico di famiglia a rischio scomparsa. Appello su stampa internazionale

tags: Medicina
Il medico di famiglia in Italia rischia di scomparire. Le regioni nelle bozze parlano di aggregazioni funzionali e unità di cure primarie, meno di medico di medicina generale. E il Patto per la Salute parla di formazione post laurea in "medicina di comunità e cure primarie", non prevedendo più un percorso specialistico per i futuri "Mmg". "Da un concetto di cura mirata a individui e famiglie si passa a uno di cure per una comunità; con obiettivi assurdi come ridurre l'accesso ai pronti soccorso o centrare "target distrettuali".

Lo scrive in un Editoriale sulla rivista internazionale di settore, The European Research Journal, Francesco Carelli dell'Executive del Consiglio di Euract la Società che unisce tutor e docenti in medicina generale. L'articolo spiega che nella bozza di accordo in discussione tra Sisac e sindacati è in gioco il concetto di "personal care". "Ci si concentra sul ruolo unico e sulla copertura giornaliera che i medici devono garantire, H16 o H24, ma la semplice scomparsa della parola "medicina di famiglia" può prefigurare un cambiamento dei target". In che modo è in pericolo l'antico "baluardo" del servizio sanitario pubblico? L'editoriale cita il ruolo unico con medici pagati a ore ed altri a scelte, l'istituzione delle aggregazioni e delle unità di cure primarie "con un coordinatore i cui poteri sui colleghi potrebbero contribuire a sanzioni in caso di inappropriatezze nell'applicare linee guida prescrittive o di errori meramente burocratici".

E cita le norme anticorruzione che impongono al medico di astenersi dal partecipare a funzioni, decisioni o attività che possono coinvolgere interessi suoi, del consorte e dei parenti fino al IV grado. «Ma all'estero il problema si combatte in modo diverso, in Gran Bretagna ed in altri paesi europei il medico può anche distribuire farmaci e non vi sono situazioni emergenti di corruzione o spreco», aggiunge Carelli a DoctorNews. Forse però la vera breccia aperta nel cuore della medicina generale sono il corso di formazione, e i pochi corsi pre-laurea, dove sono scomparse per tutor e docenti le conoscenze - competenze e i curriculum selettivi chiesti come prerequisito dall'European Definition del Wonca e dallo Statement on Selection of Teachers and Practices. "Abbiamo 20 regioni ma solo alcune organizzano corsi specifici di medicina generale per i laureati in medicina (...) in molte i candidati discenti devono superare un test a quiz su materie cliniche senza alcun controllo vocazionale né colloqui, il sistema è in pratica aperto ad esempio a specialisti falliti". Esempi? «In Lombardia - dice Carelli -per l'insegnamento a studenti, non si distingue tra tutor e docenti di Mg (i primi devono avere attività di studio come usa in Europa) e non si tiene conto del curriculum sostanziale didattico ma si assegnano i gradi di tutor se si è in convenzione da 5 anni e se non si hanno pendenze con l'ordine dei medici. Inoltre siccome nel pre-laurea -malgrado i criteri largheggianti - le ore di tutoraggio non sono pagate e non si è raggiunto neppure così un numero sufficiente di "precettori" per i giovani medici, le maglie si allenteranno ancora». Per Carelli si rischia di avere a breve mmg tutor che non hanno mai preso il diploma né conseguito titoli coerenti con le richieste della medicina generale europea. «Di qui il possibile svuotamento dell'assistenza primaria, il suo appiattimento verso principi dell'ex guardia medica, e non viceversa: argomenti - dice Carelli - che, evidentemente, fanno riflettere anche fuori dai confini italiani».


(Fonte: Doctor33)

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