Attualità

mag202016

Giovani medici, Fnom chiede meno ingressi a medicina ma si rischia buco sul territorio

tags: Medicina
Nell'era complicata del turn-over dei medici Ssn si apre una questione dei medici di famiglia diversa da quella di tutti gli altri medici. Per questi ultimi, in futuro, occorre vi siano più specializzandi ma anche meno laureati, altrimenti il posto nelle scuole non si trova. Per i primi, i medici del territorio, ci vogliono il doppio dei posti, e la questione immatricolazioni pesa meno. Infatti, dei circa 27 mila medici iscritti alle graduatorie per diventare medici di famiglia il 60% potrebbe non essere interessato alla professione, e con 11 mila in tutto che aspirano a sostituirli, più altri mille "prodotti" ogni anno dalle scuole di formazione, non si riuscirà a far fronte all'addio di circa 30 mila Mmg previsto da qui al 2020.

La riflessione, avviata da Carlo Curatola del gruppo lavoro sulla formazione in Fimmg, emerge al seminario sul post-laurea alla III Conferenza nazionale sulla professione medica di Rimini: il gruppo ha rilevato dapprima in Emilia Romagna come su 1800 iscritti in graduatoria in un anno soltanto in 756 abbiano incrementato i punteggi; proporzioni analoghe sono rilevate in Toscana, Calabria e altre regioni. Significa che gli altri hanno altre occupazioni. Ciò potrebbe cambiare qualcosa nell'attuale ragionamento di Fnomceo sui fabbisogni per ovviare ai pensionamenti che si profilano data l'età media avanzata in tutto il mondo medico. Il nodo-occupazione è molto sentito dagli studenti intervistati dall'Osservatorio giovani, che temono -oltre che di incappare in una professione insidiata dalle denunce per malpractice - di dover emigrare all'estero per lavorare.

Ezio Casale presidente Omceo Chieti ha fornito i dati dell'eccesso di offerta complessivo. Di qui al 2040 si prevedono 140 mila laureati in camice, intanto però ci sono già 14 mila abilitati in cerca di uno sbocco post laurea e ogni anno ci sono 10 mila laureati contro 7 mila posti disponibili nel Ssn tra scuole di specializzazione e tirocinio di medicina generale: si rischiano già entro i prossimi 2 anni 20 mila giovani "vittime" dell'imbuto formativo. A tutto questo Fnomceo suggerisce di ovviare riducendo gli accessi ai corsi di laurea. «Avremmo bisogno di circa 8 mila accessi a partire dall'anno accademico 2016-17, un numero -dice Casale- molto diverso dai 9886 previsti dalle Regioni come fabbisogno. Avremmo bisogno di 7500 laureati l'anno circa, assorbibili negli insegnamenti post-laurea».

O di più, visto che -come già accennato- i "realmente interessati" a fare il medico di famiglia forse saranno meno di quelli che si prevedono. Il "gruppo fabbisogno" ha avanzato una proposta a Fnomceo: siccome non esiste una classificazione per specialità di tutti gli iscritti agli albi, questi ultimi, sollecitati dagli Ordini, dovrebbero riempire al più presto un format affinché si conoscano le effettive forze in campo per ciascuna specialità nel paese e le regioni possano programmare i fabbisogni di conseguenza. Anche Andrea Lenzi (Conferenza dei presidi), nell'annunciare l'approvazione entro l'estate del decreto che consentirà ai giovani laureandi di abilitarsi contestualmente alla discussione della tesi in Medicina, ammette l'esistenza, nella questione medica, di una questione relativa alle cure primarie. «Nessuno deve considerare la medicina generale come ripiego, parliamo di una figura che gestisce la sanità, specialistica, e nel decreto 68 sulle specializzazioni abbiamo indicato una specialità in Medicina di Comunità e Cure Primarie da cui si potrebbe partire per costruire una medicina generale 2.0».


(Fonte: Doctor33)

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