Attualità

apr292016

Test medicina, il Miur torna a parlare di modello francese

tags: Medicina
Accesso libero senza test d'ingresso e maxi-esame di "sbarramento" alla fine del primo anno. Si presenta così il modello "francese" per l'accesso alla facoltà di medicina di cui si torna a parlare, dopo che qualche tempo fa il ministro dell'Istruzione Stefania Giannini aveva già manifestato il suo gradimento per l'ipotesi. Secondo quanto riferito a Skuola.net dal Capo dipartimento per la Formazione Superiore e la Ricerca del Miur, Marco Mancini, infatti, la riforma darebbe il via ad una vera e propria rivoluzione per gli aspiranti camici bianchi. Sempre Mancini, ha specificato che il progetto sarebbe il risultato di un lavoro di concertazione con le organizzazioni universitarie, con le associazioni e anche con gli studenti. «Cambiare modello di accesso - spiega - è una innovazione che deve comunque essere generata da un consenso ampio. Stiamo lavorando, ma intanto abbiamo iniziato con un'attività di orientamento che ha prodotto degli effetti molto interessanti». Ma sebbene questa eventuale riforma, convinca 7 studenti su 10 - secondo quanto rilevato da un sondaggio sempre di Skuola.net - non sembra andar giù ai Giovani Medici Cisl.

«Il merito alle voci che si rincorrono circa l'abolizione del test di ingresso a Medicina per adottare il "sistema francese" di selezione - scrive in una nota Marcello Petrini, Referente Nazionale Giovani Cisl Medici - voglio esprimere la nostra piena contrarietà. I motivi sono già noti a chi si occupa della questione: il problema non verrebbe risolto ma semplicemente rimandato di un anno; a quel punto gli aspiranti camici bianchi saranno comunque selezionati e alcuni di loro verranno esclusi». Inoltre, sempre secondo Petrini questa riforma comporterebbe un notevole sforzo economico per organizzare l'anno di corso senza test di accesso, che vedrebbe un grandissimo numero di iscritti. «Riteniamo semmai doveroso - si legge ancora nella nota - spendere energie e risorse per evitare contenziosi e ricorsi garantendo la regolarità del test di accesso in tutte le sedi. Il test, sebbene per alcuni possa rappresentare un ostacolo invalicabile, è necessario per garantire una formazione di qualità e un futuro lavorativo ai giovani medici».

I Giovani medici della Cisl ribadiscono, invece, la necessità di aumentare il numero di borse per le scuole di specializzazione, garantendo la prosecuzione del percorso ai giovani medici neo-laureati che non riescono ad accedere alle scuole di specializzazione. «Sarebbe inoltre necessario - conclude la nota - ripartire le borse delle scuole di specializzazione sviluppando stime epidemiologiche sui bisogni di cure della popolazione e non basandoci sui pensionamenti, per formare dei neo-specialisti al passo con i cambiamenti che il nostro Ssn sta vivendo. In quest'ottica, lo affermiamo nuovamente, sarebbe fondamentale l'istituzione di una scuola di Specializzazione, parificata rispetto a tutte le altre, per preparare i nostri Medici di Medicina Generale (come avviene in quasi tutti i Paesi Europei)».


(Fonte: Doctor33)

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