Attualità

apr212016

Tirocini in farmacia, Ordine Romagna: no all'abuso, legge va rivista

tags: Farmacia
I tirocini post-laurea in farmacia stanno diventando sempre più spesso un pretesto per ottenere servizi professionali a costi ridotti e alimentano un meccanismo perverso che brucia posti di lavoro e produce poca formazione. A lamentarsene alcuni Ordini professionali regionali che stanno «cercando di vedere come intervenire per fronteggiare il problema, di fare le istanze alle singole Regioni, approfondendo la normativa e capire quali possono essere i punti deboli sui quali muoversi» è quanto spiega a Farmacista33 Giulio Mignani, presidente dell'Ordine dei farmacisti di Rimini.

«Mi sono confrontato su tematiche tecniche con la Federazione degli ordini. Lo scopo con il quale nasce il tirocinio è nobile, ma attualmente gli effetti negativi superano di gran lunga quelli benefici. È una criticità alla quale si fa fatica a mettere mano perché esiste una stortura a livello giuridico: possibile permettere a un professionista già iscritto all'albo e abilitato di essere assunto come tirocinante? In Emilia Romagna - prosegue Mignani - abbiamo chiesto alla Regione di introdurre delle limitazioni in modo che il farmacista non possa prendere tirocinanti uno dietro l'altro come in una catena di montaggio, e non assumerne mai nessuno regolarmente. La Regione ha fatto orecchie da mercante rispondendo con una lettera che vuol dir tutto e niente. Il problema è che il tutto è regolato da una Legge nazionale concordata in sede di conferenza Stato-Regioni, che viene recepita dalle Regioni ed evidentemente non sussiste la volontà politica di cambiarla. D'altra parte i tirocinanti globalmente non risultano come disoccupati. Il problema è a livello nazionale».


Attilia Burke

(Fonte: Farmacista33)

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