apr142016
Università, Lenzi (Cun): con laurea abilitante meno spreco di soldi
Se la proposta di riforma all'abilitazione medica, avanzata da Cgil Cisl e Uil già approvata dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin e ora al vaglio del Miur, diventasse legge «si realizzerebbe un sogno non solo mio ma di centinaia di ragazzi che, con le loro famiglie, non aspettano altro che di iniziare quanto prima la professione medica».
Andrea Lenzi, presidente del Cun (Consiglio universitario nazionale), si dichiara tra i fautori del cambiamento che potrebbe investire i futuri camici bianchi e che porterebbe ad inglobare nel percorso di studi i tre mesi di tirocinio che oggi si fanno dopo la laurea oltre che ad abolire l'esame di abilitazione. «Direi senza timore di essere smentito, che sono stato un profondo sostenitore di questa revisione, ne ho cominciato a parlare non tanto come Consiglio Universitario Nazionale ma come Conferenza dei Presidenti dei Corsi di laurea in Medicina almeno 4 o 5 anni fa».
Per Lenzi, l'ipotesi di revisione dell'iter universitario e post, non farebbe altro che riportare a come era un tempo tutto il percorso di studi. «Io mi sono laureato e ho cominciato ad esercitare la professione immediatamente. Successivamente - spiega il presidente del Cun - è stato inserito il tirocinio post lauream e l'esame abilitante è stato spostato al di fuori del percorso di studi, producendo risultati non soddisfacenti. Da quando, infatti, questo esame è stato messo al di fuori del corso di laurea e, in questo caso anche dopo i tre mesi di tirocinio, non abbiamo avuto elementi che ci indicassero la effettiva necessità di sostenerlo. Un esame utile dovrebbe discriminare almeno una percentuale, seppur minima, di risultati anche negativi. Se invece quell'esame ha il 100% di successi, allora vuol dire che è relativamente inutile». Per Lenzi, insomma, se da un lato il dato positivo è che tutti i ragazzi sono in grado di rispondere correttamente al quiz valutativo finale, indice cioè di preparazione, dall'altro il fatto che questo stesso quiz non sia discriminante non è un fatto positivo. «È un costo inutile per lo Stato, per i cittadini, per le famiglie - aggiunge Lenzi - che attendono che il loro figlio possa intraprendere una vita professionale nel breve tempo. Non dimentichiamo che nel resto del mondo il laureato in medicina è già operativo sin da subito».
In quanto ai percorsi di tirocinio, Lenzi ricorda come non ci sia nulla da temere in quanto verranno incluse tutte le attività professionalizzanti all'interno del percorso di studi: «si chiama laurea abilitante per questo, l'unica cosa che cambia è che immediatamente dopo la laurea ci saranno molte sessioni d'esame di Stato organizzate dagli Atenei stessi e questo produrrà due vantaggi: non sprecare soldi e chiudere quell'area di parcheggio inutile e spesso molto dannosa per i giovani laureati che devono aspettare troppo per entrare nel mondo del lavoro».
Rossella Gemma
(Fonte: Doctor33)