mar222016

Rimborsi ex specializzandi, arrivano gli assegni. Orientamenti giurisprudenziali duri con lo Stato

Piove sul bagnato per lo stato e in particolare per la Presidenza del Consiglio. Il motivo sono gli ex specializzandi, sia quelli cui non è stata riconosciuta la borsa di studio (1978-93) sia quelli cui è stata riconosciuta mentre però le direttive europee imponevano un vero contratto (1994-2006). Le sentenze non ammettono scuse per le istituzioni. A tutti gli ex studenti, gli avvocati del pool Consulcesi ricordano che dopo le ultime sentenze 2015 non è più chiesto all'ex studente di dimostrare la continuità del proprio rapporto di specializzando. Intanto, a chi percepì la sola borsa, i pool di Lawnet ed eLegalnet ricordano che le sentenze riconoscono non più solo l'adeguamento contrattuale ma anche un risarcimento. Oggi a Torino, al Turin Palace Hotel, Consulcesi consegna a decine di ex specializzandi altrettanti assegni, firmati dalla Presidenza del Consiglio per un totale di 9 milioni di euro a titolo di rimborso per la mancata applicazione delle direttive europee nel periodo 1978 - 2006. Due giorni fa a Bologna invece gli avvocati Francesco Caronia e Giuseppe Pinelli, che supportano i due pool eLegalnet e Lawnet, hanno presentato le ultime sentenze che riconoscono oltre 15mila euro più interessi per ogni anno frequentato a ex specializzandi del periodo 94-2006. Il loro studio legale rappresenta oltre 7 mila medici e le azioni collettive hanno acquisito ben 30 sentenze positive l'ultima - n.38 del 14 gennaio scorso -vinta a Bologna con 434 ricorrenti.

«In tutto nei ricorsi sono coinvolti oltre 160mila specialisti», riassumono dall'Ufficio stampa di Consulcesi. «Finora sono stati riconosciuti oltre 402 milioni di euro ma per effetto delle numerose sentenze che continuano ad arrivare, le casse pubbliche sono esposte al rischio di un esborso di oltre 4 miliardi di euro. Ora la Presidenza del Consiglio si muove subito dopo la nota del tribunale di emissione delle sentenze ed invia gli assegni nominativi -talora divisi in più tranche - direttamente allo studio legale che li consegna ai destinatari». Di qui gli incontri con consegna ufficiale organizzati in giro per l'Italia. Oggi a Torino lo staff di Consulcesi
tratta di uno dei due orientamenti che preoccupano il Parlamento. Nel 2015 accanto alle sentenze di 1° grado di Bologna che ha riconosciuto 3 milioni, e alle due di Roma che ne hanno dati altri 14, la sentenza 6942 della Corte d'Appello capitolina che ha assegnato ben 24 milioni a 667 ricorrenti afferma che per aver diritto al rimborso non è necessario dimostrare di aver svolto la specializzazione in maniera esclusiva e continuativa. «Circa l'esclusività e la continuità dei corsi di specializzazione frequentati dagli appellanti si rileva che trattasi di circostanza cui gli istanti "non sono in grado di rispondere a causa dell'inadempienza dello Stato" (Cass.76/30)». Il secondo orientamento allarmante per le casse statali viene da Bologna. «Le ultime sentenze relative agli ex specializzandi 94-2006 riconoscono sia il riadeguamento del trattamento economico per mancata attuazione della normativa nazionale sia il risarcimento per violazione della normativa comunitaria sulla adeguata remunerazione», fa sapere l'avvocato Caronia dello studio Pinelli Schifani. «Sentenze come quelle delle corti d'appello di Roma e Messina riprendono orientamenti di Cassazione sulla cui base sono condannati sia le Università a rideterminare le borse di studio, sulla base del parametro dell'incremento di trattamento economico previsto dai contratti dei medici del Servizio Sanitario Nazionale, sia i Ministeri a rifondere il gap tra il trattamento percepito e quello dovuto». Per evitare un boom di esborsi in Senato avanza un disegno di legge (cui ha dato il via una mozione di 21 senatori a prima firma Pietro Aiello di Ncd come il ministro della Salute Beatrice Lorenzin) che ipotizza accordi transattivi volti a stanziare 13 mila euro per ogni annualità non onorata.

(Mauro Miserendino, fonte: Doctor33)