Attualità

feb82016

Medicina: l'Università rumena a Enna legittimata ad attivare i corsi

tags: Medicina
Un ennesimo colpo di scena nella vicenda dell'apertura, a Enna, di «un'estensione» della Facoltà di medicina e professioni sanitarie dell'Università rumena Dunarea de Jos di Galati, fatto che aveva destato molte preoccupazioni a tutto il mondo accademico. Il giudice civile di Caltanisetta, infatti, ha legittimato l'Università romena ad attivare i corsi di medicina e professioni sanitarie a Enna, e ha respinto il ricorso presentato dall'Avvocatura distrettuale dello Stato sulla legittimità dell'avvio delle attività didattiche dei corsi di laurea romeni. Anche il Miur aveva presentato ricorso e avvertito sulla illegittimità dei diplomi rilasciati dall'ateneo. Dopo l'inaugurazione la succursale italiana dell'ateneo rumeno era stata posta sotto sequestro dalla procura che aveva anche denunciato una serie di personalità locali per abuso d'ufficio e occupazione di edificio. Attualmente sono 54 gli studenti già iscritti (e paganti) che sarebbero in attesa di iniziare le lezioni.
Secondo le motivazioni del giudice riportate dalla stampa locale, «la presente azione ex art. 700 c.p.c. ha natura cautelare ed è volta a porre rimedio a una situazione di urgenza. Come in tutti i procedimenti cautelari, pertanto, la domanda potrà trovare accoglimento solo in presenza degli indefettibili requisiti del fumus boni iuris e del periculum in mora, inteso come 'pregiudizio imminente e irreparabile'».
«Fermo restando che il reale obiettivo del Ministero sarebbe quello di impedire il conseguimento (o quantomeno la spendita) del titolo rumeno in Italia, si osserva che nel caso in cui il Miur ritenesse che tali titoli non trovino automatico riconoscimento nel nostro Paese, ben potrebbe adottare, nell'ambito delle proprie attribuzioni, un formale provvedimento di diniego di tale efficacia, non risultando necessaria una preventiva pronuncia da parte dell'Autorità Giudiziaria. Qualora, al contrario, il Ministero ritenesse che tali titoli godano del riconoscimento automatico in Italia, mal si comprenderebbe su quale base giustificare la chiesta interruzione dei corsi» prosegue le sentenza. «E invero per quanto attiene al periculum in mora, del tutto generico (oltre che non provato) risulta il richiamo dell'Amministrazione al pregiudizio all''autorevolezza normativa' che alla stessa deriverebbe dal protrarsi dell'attività didattica. L'espressione utilizzata da parte ricorrente appare invero di difficile comprensione, ma quand'anche si volesse individuare il paventato vulnus nel possibile aggiramento della normativa nazionale in materia di quote annuali massime di ingresso ai corsi di laurea in medicina e chirurgia e in professioni sanitarie e nella mancata garanzia della qualità degli insegnamenti impartiti (come pure sostenuto dal Miur), il ricorso risulterebbe parimenti non accoglibile» prosegue la sentenza riportata dalla stampa. «Più nello specifico - continua - si osserva anzitutto che nessun pericolo di violazione delle quote nazionali di ingresso si potrebbe verificare nel caso di specie. Mette infatti appena conto rilevare che i corsi in questione sono stati attivati da parte dell'Università Dunarea de Jos di Galati, ossia da un Ateneo rumeno (in quanto tale non inserito all'interno del sistema universitario italiano), volti al rilascio di titoli da parte della medesima Università, senza alcuna refluenza, dunque, sul sistema italiano delle quote».

(fonte: Odontoiatria 33, 3 febbraio 2015)



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