Attualità

ott12015

Università rumena a Enna, permangono preoccupazioni per studenti

Se si va a guardare i risultati anonimi dei test a medicina, consultabili al sitowww.accessoprogrammato.miur.it, si inquadra la preoccupazione espressa da molti studenti e rettori rispetto all'annuncio di voler aprire a Enna «un'estensione» della Facoltà di Medicina e professioni sanitarie dell'università rumena Dunarea de Jos di Galati, in collaborazione tra la fondazione Proserpina - di cui è amministratore delegato l'ex senatore Vladimiro Crisafulli (Pd) e presidente Elio Adelfi Cardinale, ex preside della facoltà di medicina di Palermo - e la stessa Università: su 53.268 candidati che l'8 settembre hanno sostenuto la prova sono risultati idonei, con 20 punti minimi, 25.579 candidati, pari a circa il 48% del totale. Tanto più che, spiega Angelo Nuzzo, coordinatore dell'Unione degli universitari di Palermo, «consultando i dati locali, delle università di Catania e Palermo, per esempio, i non idonei sono in realtà una quota superiore al 50%. Come si vede, una numerosa platea di persone che potrebbero tentare strade alternative: iscriversi ad altre facoltà italiane per poi richiedere il passaggio a medicina dopo il primo anno, prendere la via per l'estero oppure, ora, valutare l'università rumena a Enna». Ma sull'operazione permangono zone di non chiarezza e lo stesso futuro non è prevedibile. «Siamo preoccupati per gli studenti e il sistema» continua Nuzzo «e, come più volte sottolineato, ci pare che la normativa italiana non sia stata in tutto rispettata, anche attraverso un uso poco chiaro dei principi comunitari». Il tutto è partito a fine agosto, quando è stata annunciata in una conferenza stampa la firma di una convenzione per corsi di laurea in medicina e professioni sanitarie dell'università rumena di Galati tra la Fondazione Proserpina, tramite del progetto e organizzatrice dei corsi, e la Regione - che, come specifica successivamente Rosario Crocetta, presidente della Sicilia, ha espresso «soltanto la volontà di mettere a disposizione le strutture necessarie allo svolgimento dei corsi, nel caso in cui questi ultimi siano autorizzati dal Ministero competente». Un progetto che, anche dopo la diffida del Miur, non si è arrestato, tanto che, a ridosso del test a Medicina, è stata organizzata un'altra conferenza stampa con la partecipazione della facoltà rumena per confermare le intenzioni di andare avanti e da quel punto sono iniziate a comparire sul sito della Fondazione Proserpina le indicazioni. Anche se per ora, continua Nuzzo, «l'unica cosa che sembra accessibile sono le iscrizioni, già aperte, al corso di lingua rumena, in procinto di partire», il cui superamento è necessario, scrive la Fondazione, per l'accesso al test di ingresso ai corsi di laurea, con un costo di 2.200 euro per 360 ore di lezione (10 settimane) e 250 posti.

Con il rischio che «in base a come andranno le cose, questi costi possano andare sprecati». Per quanto riguarda la facoltà, come si legge sul sito della Fondazione, la retta annuale è di 4800 euro per professioni sanitarie (durata 4 anni) e 9400 per medicina (durata 6 anni), con 60 posti disponibili per corso. E, secondo le indicazioni fornite in conferenza stampa, il test dovrebbe essere intorno al 9 dicembre e dal 10 al 13 dicembre ci saranno le iscrizioni. Ma a preoccupare è soprattutto il timore che «il nostro sistema universitario» continua Nuzzo «possa essere destabilizzato». Innanzitutto, come aveva rilevato lo Smi in un comunicato stampa a ridosso della notizia, «che senso ha calcolare il fabbisogno di medici ogni anno e, quindi, mantenere il numero chiuso e poi permettere che lo sbarramento si possa raggirare iscrivendosi in una facoltà straniera, sempre in Italia?».

E poi, continua l'Udu, «c'è da chiedersi come sia possibile che in uno stesso territorio chi ha i soldi può pensare di accedere a medicina e chi non li ha debba rinunciare?». Difficile fare previsioni su come proseguirà la vicenda: dal Ministero, secondo quanto riporta la stampa, garantiscono che stanno seguendo e valutando la situazione e intanto, come si legge sul sito della facoltà, la Fondazione si appella ai principi comunitari: «Il titolo conseguito alla fine dei corsi di laurea avrà valore in tutti i paesi dell'Unione Europea senza necessità di ulteriori validazioni (D. Lgs. 17/08/1999 n. 368 - Direttive 97/50/CE- 98/21/CE-98/63/CE-99/46/CE- DIR. COM. 36/2005)». Ma, continua Nuzzo, «il progetto di aprire un'università a Enna, da parte del senatore Crisafulli, non è nuovo e non escludo che dalla Fondazione Proserpina si possa anche decidere di aprire in ogni caso l'università pur in una situazione che potrebbe anche finire con un contenzioso successivamente». E per chi si fosse iscritto? «Certo, il rischio c'è». Ma c'è di più: «la questione è più complessa». Come aveva ammonito anche in precedenza l'Udu in una nota, «ci preme mettere in guardia gli studenti da quelle che saranno le possibilità di questo corso di studi: negli anni è sempre risultato molto difficile fare il passaggio da un corso di studi estero (perché di questo si tratta) a uno italiano, convalidare le materie e principalmente fare in modo che il proprio titolo di studi sia poi spendibile in territorio italiano».

(Fonte: Doctor33, 30 settembre 2015)


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