giu222015
Disoccupazione, giovani farmacisti: difficile ricollocarsi
Una situazione preoccupante per disoccupazione e inoccupazione, una sfiducia sempre maggiore tra i giovani, che li spinge talvolta ad abbandonare la ricerca del lavoro, e contemporaneamente una farmacia, indicata come il principale sbocco occupazionale per i laureati in farmacia e Ctf, «vessata» e che subisce un quadro normativo di incertezza. È questo il quadro che delinea
Pia Policicchio, presidente
Fenagifar, sulla situazione che quotidianamente viene percepita, all'indomani della presentazione del progetto Farma Lavoro e dei dati diffusi dalla
ricerca Censis sul
contesto occupazionale. «La situazione che percepiamo» spiega Policicchio «è preoccupante e quello che vediamo è una grande sfiducia da parte dei giovani, che rischia di portare chi non trova lavoro a smettere addirittura di cercarlo. La situazione è peggiore al sud, come messo in luce dalla ricerca del Censis, ma ci sono poi contesti in cui il problema si avverte con ancora maggior forza. Pensiamo a quelle piccole città,
sedi universitarie, dove escono laureati più della possibilità di collocamento sul territorio e credo che il problema vada affrontato anche all'origine». In generale, «la situazione che percepiamo è di
alti tassi di disoccupazione e di un'occupazione che nella maggior parte dei casi, e per lungo tempo, non è stabile, ma vive di collaborazioni, sostituzioni e così via. Certo, quello che stanno vivendo i
laureati in farmacia non è dissimile da quanto avviene in altre professioni, ma qui va rilevata una tendenza più bassa a ricollocarsi in altri settori». Detto questo, «non ci stupiamo di questa situazione: la situazione economica, in particolare delle farmacie, la conosciamo bene. E per altro non si può far finta di non vedere che la farmacia viene da anni di vessazione da parte della politica e soprattutto vive un momento di grande incertezza, con all'orizzonte riforme che potrebbero destabilizzare l'intero sistema, senza però che se ne riescano a capire tempistiche e contorni definiti, come il ddl concorrenza, o anche la spada di Damocle del concorso. In questo momento ci sono
17mila farmacie che sono ferme e questo costituisce un danno in termini economici e occupazionali». Rispetto al progetto lanciato da
Fofi e dalla
Fondazione Cannavò, Farma Lavoro, «credo possa essere, se ben avviato e gestito, uno strumento utile, perché dà la possibilità di far incontrare domanda e offerta di lavoro, a livello nazionale, con potenzialità anche di sviluppo verso l'estero, e mette le basi per una mobilità del mondo del lavoro, con la possibilità anche di realizzare scelte di vita diverse o di poter collocarsi in ambienti e contesti diversi, superando i limiti di una ricerca del lavoro e di un passaparola che spesso ha base locale. Il nostro auspicio è che venga quanto prima riempito, da imprese ma anche da farmacie».
Francesca Giani
(Fonte: Farmacista33, 18 giugno 2015)