set222015
Esame orale: ecco come superarlo... in silenzio!
Comunicare in silenzio si può. Anzi, si deve. La comunicazione non verbale è oggi, paradossalmente, sulla bocca di tutti. Che non si possa non comunicare è ormai cosa nota, ma quanti di noi fanno veramente attenzione a tutto quello che trasmettono pur non comunicando (apparentemente)? Se pensiamo che solo il 7% della nostra comunicazione è verbale, che ne è del restante 93%? Come possiamo conoscerlo, gestirlo e utilizzarlo a nostro favore anche in momenti in cui veniamo valutati in base a ciò che raccontiamo? Nella realtà, quando ci troviamo faccia a faccia con un professore sono molti gli elementi che vengono valutati, consapevolmente o meno, riguardo il nostro modo di porci, muoverci nello spazio, avvicinarci, guardare e... vestirci. Come afferma Thorsten Havener, famoso per la sua grande capacità di leggere il comportamento altrui, "
La comunicazione non è quello che diciamo, bensì quello che arriva agli altri". Come vogliamo essere percepiti durante l'esame? Sicuri o insicuri? Attenti o distratti? Preparati o impreparati? Chiaramente sicuri, attenti e preparati; ma come possiamo far arrivare questo nostro modo di essere senza specificarlo verbalmente e puntare quindi al successo dell'unione tra parole, gesti e atteggiamenti?
Gestire lo sguardo: è importante orientarsi nello spazio e poi ricordarsi di guardare il professore negli occhi durante l'esposizione; tenere lo sguardo sempre basso può essere, infatti, letto come sinonimo di insicurezza. Guardare il volto di chi abbiamo di fronte, inoltre, ci permette di ottenere degli enormi vantaggi nel momento in cui siamo in grado di leggerne i piccoli movimenti. Vi è mai capitato di correggere un'affermazione fatta proprio perché il professore che ha posto la domanda ha storto un po' il naso facendovi inconsciamente capire che, quella che avete dato, non era la risposta che si aspettava?
Gesticolare in maniera contenuta: gesticolare è nella nostra natura, soprattutto per noi italiani che amiamo accompagnare alle parole dei movimenti. Attenzione a non esagerare però, troppi gesti possono distrarre chi abbiamo di fronte e possono essere letti come una mancanza di controllo dovuta a un'eccessiva ansia da prestazione. L'ideale è optare per pochi gesti scelti accuratamente con lo scopo di sottolineare dei passaggi che ritenete importanti. I movimenti delle mani sono molto utili quando sono a favore delle parole, enfatizzano i concetti e aiutano chi abbiamo di fronte a notarli con più facilità.
Abbigliamento: è bene ricordarsi che l'esame universitario è una situazione formale. Questo non significa che si debba andare in giacca e cravatta, ma che essere ben vestiti comunica al professore che si ha una chiara idea del contesto in cui ci si trova. L'abito fa il monaco? Forse sì, forse no, sicuramente influenza. Presentarsi a un esame con l'aspetto curato comunica immediatamente l'attenzione e il rispetto portati verso chi si ha di fronte e verso la situazione; elementi molto apprezzati e che vengono spesso letti come un segno di maturità.
All'esame è importante mostrare sicurezza e non cedere all'emotività, se si riesce a far sì che la comunicazione non verbale supporti il contenuto, allora i giudizi sulla preparazione saranno senza alcun dubbio positivi.
Nadia Monticelli (esperta in processi formativi)
Valeria Bianco (esperta in comunicazione formativa)