Allena-Mente

giu242015

La forza della motivazione

Quando ci si iscrive all'università si è, il più delle volte, pieni di buoni propositi e ambizioni. Ci si vede già impegnati in tutte le attività scolastiche, ci si vede orgogliosi dei propri esami passati brillantemente e ci si vede vittoriosi alla fine del percorso. Si ha, insomma, quella bellissima percezione di iniziare a far parte di un qualcosa di prezioso che porterà lontano; di un flusso positivo pieno di energia, novità e azione. L'esperienza mostra però come sia difficile a volte restare sincronizzati con questo stato d'animo e ciò accade perché capita, nel corso del tempo, di perdere la motivazione necessaria. "La motivazione è la forza interiore che influenza il comportamento. Le tue spinte interne ti proietteranno più avanti e in modo più veloce dei sostegni esterni". Questo dice l'esperto motivatore americano Denis Waitley quando parla della motivazione. È vero, la motivazione è una forza interiore, ma questo non significa che non possa essere stimolata o richiamata grazie ad azioni che noi stessi possiamo compiere per entrare di nuovo in contatto con essa e ritrovare, per esempio la voglia di studiare.
La giusta motivazione può portare a fare grandi cose eppure, per trovarla, si parte compiendo dei passi molto piccoli.
1) Porsi degli obiettivi raggiungibili. Quando si hanno obiettivi a lungo termine, troppo impegnativi o difficilmente realizzabili, perdere la motivazione è molto facile.
Il segreto è scomporre gli obiettivi in tappe più piccole e raggiungibili, davvero piccole! Createvi degli obiettivi da un'ora, un giorno o una settimana. Più sono facilmente misurabili e raggiungibili, più sentirete crescere la motivazione nel realizzarne ognuno.
2) Cominciare. Sentirsi motivati è un po' come smettere di fumare o iniziare una dieta. Sono poche le persone che hanno successo proponendosi una data di inizio. Quando si sceglie di fare qualcosa la miglior strategia è farla e basta. Rimandare porterà a perdere quella voglia e quella determinazione che avete nel momento in cui decidete di dedicarvi alla vostra motivazione.
3) Evitare distrazioni. Una volta definiti i micro obiettivi da raggiungere e aver iniziato con il primo della lista, assicuratevi di non avere distrazioni. Assicurarsi di non avere distrazioni è importante non solo perché aiuta la concentrazione, ma perché tiene focalizzati sul fatto che ci si sta dedicando a qualcosa di importante e che merita le necessarie attenzioni. Prendersi cura del proprio momento di studio è un passo molto importante per ricordare che si sta facendo qualcosa per noi stessi e che vogliamo profondamente raggiungere; questo aiuta a far emergere la motivazione.
4) Immaginarsi vincitori. Dal momento del "comincio" al momento del "ho finito" passano molti altri pensieri che spesso hanno la basilare funzione di distrarre togliendo energie importantissime. Per evitare di farsi coinvolgere è utile immaginarsi di aver già finito il libro, il paragrafo, l'esercizio. Immaginare come ci si sentirà, cosa si potrà finalmente fare e quanto ci si sentirà orgogliosi di se stessi e pronti a ripartire.
5) Premiarsi. È vero, motivarsi è un processo che parte dalla convinzione e dall'impegno, ma è un processo semplice, utile a ricordare la bellezza del percorso che si è scelto di intraprendere. Per cui perché non inserire un pizzico di divertimento in più? Ogni volta che un obiettivo viene raggiunto, è d'obbligo riconoscerlo e premiarsi! Un bel lavoro svolto va sempre ricompensato.
Scegliere di frequentare l'università non è una decisione che si prende solo il giorno dell'iscrizione, ma è una scelta che va fatta e rifatta ogni mattina, ad ogni apertura di un testo di studio, a ogni inizio corso e a ogni esame da sostenere. Trovare la motivazione necessaria è un processo che richiede impegno e forza di volontà, ma soprattutto richiede fiducia in se stessi e la capacità di vedere al di là, di vedere il premio finale ricordandosi che, come disse un saggio, "un elefante si mangia un boccone alla volta".

Nadia Monticelli (esperta in processi formativi) e Valeria Bianco (esperta in comunicazione formativa)



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